Il fieno
Rappresenta un alimento essenziale sia negli allevamenti intensivi, sia in quelli estensivi. Nei primi è parte integrante della razione degli animali e contribuisce soprattutto al soddisfacimento del fabbisogno di fibra; la qualità è importante, ma sono normalmente accettati anche foraggi piuttosto grossolani. Nei secondi, il fieno è il componente fondamentale della dieta, soprattutto nel periodo invernale quando non è praticabile il pascolamento, e in questo tipo di allevamenti è fondamentale disporre di fieni di ottima qualità ottenuti da prati polifiti (costituiti cioè da almeno cinque specie rappresentanti ciascuna almeno il 10% della fitomassa). Un ottimo fieno polifita, in grado di fornire un apporto equilibrato di fibra (NDF<50%), proteina (PG>15%) e caratterizzato da elevata digeribilità (D s.s.>58-60%), è ben appetito e non solo soddisfa i fabbisogni degli animali, ma consente di contenere i costi della razione, limitando il ricorso a mangimi o ad alimenti semplici utilizzati spesso come complementi per una dieta bilanciata.
FIENO DI OTTIMA QUALITà
Per ottenere un fieno di ottima qualità è necessario scegliere adeguatamente il momento del taglio ovvero, in un prato dominato da graminacee, effettuare l’utilizzazione poco oltre la spigatura della specie dominante. Le minori quantità di foraggio prodotte con tagli precoci (è comunque necessario raggiungere le 2,5-3 t/ha s.s. per una buona resa di taglio) sono ampiamente compensate da una maggiore qualità, legata soprattutto a una presenza elevata di foglie rispetto alla quantità relativamente modesta di steli ricchi di tessuti di sostegno scarsamente digeribili. Tuttavia, l’essiccazione di foraggi che hanno ancora elevate quantità di acqua e sono costituiti principalmente da foglie, più elastiche degli steli, e quindi tendenti a formare materassi d’erba più compatti, richiede tempi sicuramente più lunghi rispetto a quella di foraggi di prati tagliati tardivamente (ben oltre la fioritura delle graminacee dominanti). La variabilità del clima, probabilmente anche in relazione ai cambiamenti che si stanno verificando a livello globale, rende purtroppo oggi molto difficile disporre dei 4-5 giorni di tempo stabilmente soleggiato e ventilato necessari al raggiungimento del valore di umidità massimo per trasferire il fieno dal campo al fienile (circa 20%). La primavera 2018 ha dimostrato come precipitazioni intense, che hanno effetti deleteri sull’erba in fase di essiccazione, possano succedersi con cadenza quasi quotidiana e come sia difficile prevederne soprattutto la distribuzione spaziale. In questo contesto, diventa opportuno dotare le aziende di strutture e attrezzature per la fienagione in due tempi, da utilizzare non solo in situazioni di emergenza, ma come valida alternativa alla fienagione con essiccamento in campo per produrre fieni di migliore qualità.
TECNICA DELLA FIENAGIONE
La tecnica della fienagione in due tempi con essiccazione artificiale in fienile del fieno sciolto consiste nell’appassire sul prato l’erba falciata, trasferirla dal campo con un’umidità che può essere anche superiore al 50% e rimuovere artificialmente l’umidità residua grazie alla ventilazione con aria riscaldata di 5-10° C rispetto alla temperatura ambiente. Non è una tecnica nuova, ma ha cominciato a destare interesse nel Nord Italia solo recentemente, oltre che per l’aumento dell’aleatorietà del clima, per la disponibilità di energia a minore costo per l’alimentazione dei dispositivi per l’essiccamento o per la possibilità di ottenere aria calda come sottoprodotto del processo di produzione dell’energia fotovoltaica (sistema “tetto nero”) e degli impianti di biogas.
PERIODO DI SFALCIO
Per un fieno di ottima qualità, la falciatura dell’erba deve essere eseguita a metà pomeriggio perché le piante a quell’ora sono più ricche di nutrienti; i culmi devono essere tagliati a circa 6 cm da terra e l’erba coricata impedisce la penetrazione della rugiada notturna nei cespi favorendo l’essiccamento dell’erba più velocemente nel giorno successivo. La raccolta del foraggio sfuso può avvenire con carro auto-caricante già alla sera del secondo giorno dal taglio, dopo un rivoltamento, o al massimo nel terzo giorno. Il fieno, movimentato con una benna a braccio lungo, deve essere riposto su graticciato per consentire dal basso la circolazione dell’aria riscaldata. Il tempo necessario per l’essiccazione varia ovviamente in funzione della potenza dell’impianto e della dimensione dei serbatoi di raccolta del fieno sfuso, ma gli impianti di dimensioni più ridotte tra quelli disponibili in commercio, adatti a realtà zootecniche medio-piccole, sono in grado di essiccare quotidianamente la produzione di un minimo di circa 2 ha di prato.
ESSICCARE FIENO IMBALLATO
Oltre che fieno sciolto è possibile essiccare fieno imballato mediante imballatrice tradizionale per balle rettangolari o con rotoimballatrice a camera fissa che produce balle con un cuore meno compatto rispetto ad altri tipi di rotoimballatrice, condizione necessaria per facilitare il passaggio dell’aria insufflata e l’eliminazione dell’umidità residua. Con questa tecnica, la raccolta del foraggio dal prato avviene a un’umidità inferiore e quindi non è possibile ottenere un prodotto con lo stesso livello qualitativo del fieno essiccato sciolto. I sistemi per rotoballe prevedono piattaforme con fori circolari attraverso i quali viene insufflata l’aria calda nella rotoballa.
UMIDITà DEL FIENO ALLA RACCOLTA
Le aziende associate possono considerare l’adozione della ventilazione con aria riscaldata del fieno raccolto sciolto e umido (40-50% di umidità residua) con appositi impianti con caricamento automatico e continuo del fieno per via pneumatica. Tali impianti sono costosi e pertanto non accessibili ad allevamenti di piccole dimensioni, che sono normalmente i più interessati all’impiego di fieni di ottima qualità.
Gli impianti di ventilazione sono realizzabili anche in vecchi fienili o nei capannoni industriali abbandonati presenti spesso anche nei fondivalle montani, senza dover necessariamente costruire antiestetici capannoni, almeno in molti casi.
L’ESSICCAMENTO MIGLIORA LA QUALITà DEL FIENO
La diffusione degli impianti di essiccamento di fieno sciolto anche negli ambienti dell’Italia settentrionale può consentire un significativo miglioramento della qualità dei foraggi secchi da impiegare per la produzione di carne e di latte con caratteristiche ottimali dal punto di vista nutrizionale e nutraceutico. Al tempo stesso, per le aziende sarà sufficiente disporre di previsioni del tempo a due giorni, decisamente più affidabili di quelle a più lungo termine, per decidere il momento del taglio, passando dall’approccio tradizionale dell’intervento quando l’erba è “matura”, ovvero alla massima espressione del suo potenziale produttivo, a quello “quando il bel tempo lo permette”. La ventilazione del fieno sciolto apre quindi a una fienagione con tagli anticipati e più frequenti, attraverso i quali è possibile ottenere qualità finali assai prossime all’erba pascolata.