“We have it – Noi ce l’abbiamo”. Questo è stato il leitmotiv dell’EIMA 2014, fiera internazionale della meccanizzazione agricola svoltasi a Bologna dal 12 al 16 novembre.
Seconda solo ad “Agritechnica” , la fiera biennale che si tiene ad Hannover, questa manifestazione è stata sicuramente una nota d’orgoglio per tutto il mondo agricolo Italiano ed europeo. Dati alla mano non ci si può che complimentare con organizzatori, espositori e soprattutto visitatori per il grande successo riscontrato.
I dati statistici diffusi da FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani organizzatrice della rassegna, indicano una crescita considerevole degli operatori economici provenienti dai Paesi esteri, che raggiungono le 38.773 unità, pari ad un incremento del 21% rispetto all’edizione 2012. I 235.614 visitatori provenienti da 124 Paesi di tutto il mondo sono il dato più lampante di come questa fiera abbia assunto poco per volta negli anni un’importanza di livello mondiale.
La kermesse bolognese ha dato ampio respiro non solo ai grandi marchi, conosciuti come il “top” della gamma in ambito meccanico, bensì anche ad aziende più ridotte, ma gravide di idee “copernicane”, ossia rivoluzionarie, ma non stravolgenti poiché partorite prendendo spunto dalla tradizione agricola dei nostri avi.
Per esempio, a livello generale, si è notato un notevole miglioramento della meccanizzazione la quale ha raggiunto livelli di tecnologia estremamente elevati. Basti pensare alle nuove generazioni dei macchinari per la lavorazione dei terreni a trazione funicolare alimentati da fonti energetiche rinnovabili; un’invenzione con radici antiche (1800) ripensata per l’agricoltura del domani. Questi macchinari permetteranno di diminuire l’inquinamento ambientale e del suolo andando altresì ad annullare totalmente la suola di lavorazione poiché verrà eliminato il passaggio delle trattrici sul campo. Inoltre saranno macchinari totalmente automatici e sicuri in quanti controllati per mezzo di tecnologia GPS in remoto. Alle due macchine motrici posizionate sulle testate del campo potranno essere abbinati diversi moduli (seminatrici, barre irroratrici, ecc …) i quali lavoreranno bifrontalmente.
Parlando di tecnologia GPS applicata alla meccanica agricola non può essere trascurato il concetto di “connected farm”, progetto che, al contrario del precedente, sta già prendendo piede in diverse aziende anche in Piemonte.
La spina dorsale di tale tecnologia è composta da tre fasi principali: raccolta dei dati sul campo, condivisione di questi con l’ufficio grazie alla connessione wireless ed infine la gestione di essi, ossia essere in grado di controllare ad ogni lavorazione lo stato delle trattrici (collegate tutte tra loro nel caso si abbia una flotta) e dei macchinari, monitoraggio costante delle precipitazioni ed addirittura dei prezzi delle colture.
Insomma un applicativo alla ordinaria meccanica agricola, che agevola il lavoro dell’imprenditore agricolo in modo significativo.
Riprendendo il motto di Eima International, Noi, Italia, abbiamo la forza e soprattutto la capacità di creare tecnologie qualitativamente superiori anno dopo anno, secolo dopo secolo.
Il sapersi innovare, ma soprattutto rinnovare, è segno che il settore primario è vivo, pulsante e non ci sta a cedere alla crisi.