Si scaldano i motori per la campagna 2018.
Nel panorama, non idilliaco, dei servizi legati alla presentazione delle domande utili all’ottenimento degli aiuti della PAC si inserisce una novità assoluta. Per la prima volta, dopo tanti anni di promesse mai mantenute, gli Organismi Pagatori hanno iniziato a pubblicare sui loro portali gli strumenti di presentazione per la prossima campagna: la 2018.
E’ partita AGEA OP, l’Agenzia che copre da sola la maggior parte del territorio italiano, che dallo scorso 6 novembre ha diramato le prime istruzioni ed ha, di fatto, messo a sistema la procedura di presentazione delle domande. Certo i dubbi sono ancora molti e le perplessità degli operatori non mancano. Pensando soprattutto al fatto che ancora oggi si stanno gestendo “perfezionamenti” delle campagne 2016 e 2017 ed al rischio, non remoto, che alcune regole possano ancora cambiare in corsa.
Le novità della nuova campagna.
Grafica.
Da tempo sappiamo che le domande dovranno essere presentate sulla base del fascicolo in formato grafico e questo riguarderà il 100% delle aziende richiedenti.
EFA.
Tra gli aspetti che hanno trovato la maggior criticità nella reale applicazione nelle campagne precedenti troviamo sicuramente il rispetto delle EFA (Ecologic Focus Area). La difficile identificazione delle zone aveva creato non poche difficoltà alle aziende obbligate al rispetto (aziende con più di 15 ettari a seminativo). Il Decreto Ministeriale 5604 del 2 ottobre 2017 ha chiarito e semplificato le procedure di riconoscimento delle aree ecologiche ed ha “normalizzato” alcuni coefficienti che in precedenza complicavano i calcoli riducendo l’effetto virtuoso della norma. La novità riguarda tra l’altro le siepi, i fossati, fasce tampone, fasce alberate e le colture azotofissatrici. Per queste ultime fissato il nuovo divieto assoluto di uso di prodotti fitosanitari. Nella sostanza chi, ad esempio, intende utilizzare la soia come coltura ad EFA non potrà più diserbare o distribuire altri prodotti di contenimento dei parassiti vegetali o animali. Ammessa la possibilità di utilizzare miscugli di azotofissatrici (che devo però essere prevalenti) ed altre piante.
Terreni a Riposo.
Ridotto il periodo di mantenimento del terreno nello stato di “non coltivato”. Si passa a 6 mesi (era 8 il minimo fissato in precedenza). Tale condizione deve essere rispettata dal 1 gennaio 2018 al 30 giugno 2018. Questo sarà il periodo di rifermento preso in considerazione per la domanda unica del 2018, utilizzabile ai fini EFA. Dal 1 luglio 2018 il terreno potrà essere coltivato con scopi produttivi normalmente senza che questa nuova condizione possa influenzare negativamente l’esito degli accertamenti sulla domanda unica di competenza.
In concreto per molti molti agricoltori si aprono nuovi scenari legati alle opportunità che le nuove disposizioni prevedono in campo di rispetto delle norme sul greening e, più in generale, sulla condizionalità.
Guardando oltre.
In questo contesto di novità si inseriscono poi le aspettative legate all’approvazione del nuovo regolamento comunitario: il cosiddetto “Omnibus”. La norma dovrebbe essere approvata in via definitiva entro questo mese (dicembre) e contiene alcune ulteriori importanti novità. Tra queste: minori vincoli per le aziende obbligate alla Diversificazione ed EFA. Dovrebbero essere esonerate tutte le aziende che coltivano riso o leguminose per una superficie maggiore del 75% (con contestuale eliminazione degli obblighi sulle superfici rimanenti che superavano i 30 ha). Analoga disposizione per i terreni lasciati a riposo. Nelle regole ridefinite potrebbero trovar posto novità che riguardano l’Agricoltore Attivo, I Giovani Agricoltori, nuove opportunità nel PSR e nei finanziamenti alla Gestione dei Rischi in Agricoltura.
Concludendo. Non ci resta che iniziare a testare le procedure e sperare che, finalmente, si possa lavorare con la necessaria calma e tranquillità.
Vedremo