Si diffonde sempre di più il malcontento tra operatori ed agricoltori che ancora una volta debbono subire le incertezze dei sistemi che da qui a pochi giorni dovrebbero permettere l’inserimento delle informazioni necessarie alla presentazione della domanda unica PAC 2015.
La scadenza, come al solito, fissata al 15 maggio, mai come quest’anno si scontra con la mancanza di procedure e delle circolari necessarie a fissare le regole che in via generale sono state definite dai regolamenti comunitari e dai successivi passaggi nazionali.
La prima causa di questa situazione, che rasenta i limiti del grottesco (e contiene buone dosi di incoscienza ed irresponsabilità), è dovuta al cronico ritardo con cui lo Stato italiano ha recepito e definito i contesti che i regolamenti comunitari avevano lasciato nelle disponibilità di ciascun paese.
I regolamenti comunitari, ricordiamo, sono di fine 2013! L’ultimo decreto ministeriale porta la data del 26 febbraio 2015!
Rammentiamo che queste opportunità erano e sono viste, a livello comunitario, come contestualizzazioni degli obiettivi primari delle norme rispetto alle peculiarità che possono avere necessità di essere adeguate al contesto territoriale (nazionale).
Ma noi, come al solito, ci siamo incastrati nei rivoli degli interessi di ciascuna regione e/o corporazione. Il che ha costretto il governo a ritardare le diverse uscite dei decreti necessari a completare il quadro normativo (emblematico su questo argomento l’editoriale dell’Informatore agrario a firma del prof. Angelo Frascarelli della scorsa settimana).
Come se non bastasse le interpretazioni su agricoltore attivo che via via ha assunto toni sempre più sfumati e, praticamente, non sarà certamente oggetto di selezione per privilegiare chi effettivamente di agricoltura vive e, soprattutto, crea opportunità di lavoro e fa muovere l’economia reale.
Oggi gli Organismi Pagatori non hanno ancora emanato le disposizioni sull’uso degli strumenti e sulle modalità di inserimento delle informazioni necessarie a completare i dati del fascicolo del produttore.
Ancora inesistente l’indicazione formale dei codici coltura che dovrebbero, a maggior ragione quest’anno, costituire la base per i calcoli degli aiuti nei casi di accesso con obbligo di greening o EFA (Ecological Focus Area – Aree di Interesse Ecologico).
Per la domanda 2015, oltre ai normali collegamenti non sempre efficienti in passato (Catasto, BDN, etc.) il fascicolo dovrà contenere le informazioni amministrative derivante dalle banche dati di INPS, Agenzia delle Entrate per la posizione IVA. Anche di questo non abbiamo notizie.
Gli agricoltori dovrebbero ricevere dagli organismi pagatori, prima della presentazione della domanda, i dati della loro posizione rispetto alle fattispecie previste (presentazione domanda 2013, importi ricevuti nel 2014, etc.)
E come sarà possibile con tutte queste novità (ancora poco note o assolutamente ignote) formare adeguatamente gli operatori che dovranno dare assistenza agli agricoltori in questo periodo che ottimisticamente è di 40 giorni lavorativi?
Si stimano in Italia poco meno di un milione di posizioni da gestire.
Non basteranno le notti, i sabati e le domeniche, alle quali tutti noi da anni siamo abituati a convivere a ridosso delle scadenze.
Ed infine segnaliamo che non abbiamo nessuna intenzione di trovarci con il “cerino in mano” ed essere accusati prossimamente di aver sbagliato a presentare le domande o di essere corresponsabili di inserimento di dati errati.
Qualcuno se ne faccia una ragione e prenda i necessari provvedimenti. Adesso.
Buona fortuna a tutti.