Il Coleottero giapponese
è un coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, originario del Giappone. Gli individui adulti hanno una forma ovale, sono lunghi da 8 a 11 mm e larghi da 5 a 7 mm. Il corpo e il pronoto hanno una colorazione brillante verde metallico con le elitre di color bronzo o rame che non arrivano a coprire completamente l’addome, che inferiormente presenta delle bande di peli (chiamati setae) bianco-grigiastre visibili anche osservando gli animali lateralmente. Cinque macchie di peli bianchi su ogni lato dell’addome e un paio delle stesse sull’ultimo segmento addominale distinguono inequivocabilmente P. japonica da tutti gli altri coleotteri di aspetto simile. I maschi, che generalmente sono leggermente più piccoli delle femmine, quando stanno posati, tengono il secondo paio di zampe distese e hanno gli speroni tibiali appuntiti, mentre nelle femmina sono arrotondati. In entrambi i sessi le antenne sono frequentemente ripiegate e nascoste, ma quando gli insetti percepiscono un odore interessante o dei feromoni, su di esse si aprono delle strutture simili a piccoli petali di un fiore, che prendono il nome di lamellae.
Ciclo vitale
Nella maggior parte del suo areale P. japonica porta a compimento il suo intero ciclo vitale in un unico anno, ma alcune popolazioni che abitano zone dal clima più freddo possono completare il loro sviluppo in 2 anni. È stato dimostrato che il momento della comparsa degli adulti, il periodo dell’ovideposizione e la durata del successivo sviluppo variano con la latitudine, con l’altitudine e anche di anno in anno. Gli adulti emergono in maggio nelle regioni con clima più caldo e in giugno – inizio luglio nelle porzioni più settentrionali dell’areale.
La stagione degli accoppiamenti comincia subito dopo la comparsa degli adulti, quando le femmine vergini rilasciano potenti feromoni sessuali che attraggono immediatamente grandi numeri di maschi. I maschi in cerca di partner accorrono in massa e si aggregano intorno alle femmine recettive formando gruppi che vengono chiamati palle.
Le larve, che a maturità raggiungono una lunghezza di circa 30 mm, sono di colore bianco crema con capo bruno-rossiccio e vivono nel terreno a pochi centimetri di profondità dal cotico erboso di prati e giardini umidi.
Danni provocati
L’insetto provoca danni a moltissime specie vegetali tra cui alberi da frutto, vite, nocciolo, piccoli frutti, essenza forestali, colture come mais, soia e erba medica, piante ortive, specie ornamentali e selvatiche come rosa, rovo, luppolo, ecc.
Gli adulti hanno un comportamento gregario e possono quindi essere presenti in gran numero su una o più piante vicine, causando vistose erosioni su foglie, fiori e frutti.
Le larve, nutrendosi preferibilmente di radici di graminacee, sono nocive per prati e tappeti erbosi e ne provocano l’ingiallimento e il disseccamento; danni secondari si verificano anche a fronte di attacchi di talpe, cinghiali e uccelli che si nutrono delle larve stesse.
Nella zona di focolaio in provincia di Novara durante l’estate e l’autunno sono stati verificati danni diretti provocati dagli adulti su diverse colture, oltre ai prati danni ingenti si sono visti su soia, mais, piante da frutto e vite. Sono stati effettuati numerosi controlli presso i vivai, comparto ad oggi maggiormente
interessato dall’insetto; le normative comunitarie prevedono il blocco totale della commercializzazione per i produttori presso i quali si è accertata la presenza di larve oppure individui adulti.
Presenza in provincia di Novara
Nel luglio del 2014 è stato rinvenuto all’interno del Parco del Ticino il primo esemplare di P. japonica, è un insetto inserito tra le specie da quarantena riportato nella direttiva 2000/29 CE e nelle liste di allerta del European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO).
Alla luce del monitoraggio effettuato e della presenza dell’insetto sul territorio sono state definite due fasce: la prima con presenza accertata la seconda come zona cuscinetto utile per evitare oppure ridurre l’espansione dell’insetto. Si riporta di seguito la mappa aggiornata a luglio 2017 redatta dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
Vista l’esperienza maturata negli altri Stati che hanno a che fare con questo insetto da anni, dove la lotta con metodi chimici non ha ottenuto grossi risultati, la Regione ha attivato alcuni trattamenti effettuati su prati con antagonisti naturali così da valutare l’impatto abbattente. Sono stati eseguiti due trattamenti con Heterorabditis bacteriophora su circa 435 ettari di prati irrigui, il primo tra aprile e maggio del 2016 il secondo ad agosto al fine di contenere le larve. Un ultimo trattamento per il contenimento delle popolazioni larvali è stato effettuato nel mese di ottobre utilizzando Metarhizium anisopliae. A distanza di 30-40 gg dal trattamento si è registrata una diminuzione media del 52%, anche se si osserva una variabilità rilevante nei dati ottenuti (dal 30% all’87%). In un altro sito i rilievi del Settore Fitosanitario hanno evidenziato una efficacia pari a circa il 72%.
Cosa fare e come comportarsi
E’ probabile trovare P. japonica sulle piante durante la stagione primaverile-estiva; gli insetti possono essere raccolti con le mani e schiacciati in quanto non pungono e non sono pericolosi per la salute umana. Possono anche essere raccolti nelle prime ore del mattino scuotendo le foglie e facendoli cadere in una bacinella con acqua e gocce di sapone liquido che ne ostacola la fuga.
Un’altra precauzione che devono adottare tutti i visitatori delle zone infestate è quella di verificare di non “trasportare” insetti tramite gli automezzi, questo è il metodo più comune per la diffusione di insetti oppure infestanti da quarantena.